Replying to How I met my roommate
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Last 10 Posts [ In reverse order ]
.Raphael ThornePosted: 13/5/2014, 08:53
CITAZIONE
Henry che inizia quasi a cambiare idea su di lui... e poi torna a casa e si trova DI NUOVO mezza California in salotto. E l'australiano è SEMPRE lì. E lo sta ANCORA fissando con quel ghigno in faccia.

Vi ricordate quando ho ruolato due pagine di 'Mattie fissava Allen'?
Ecco, penso che scriverò una fanfiction di due capitoli di "e l'australiano fissava Henry con quel ghigno in faccia".
#muoio!
Anthony HolmesPosted: 12/5/2014, 20:30
Teo, sei onnipresente.

Tipo Henry che trova il computer di Oliver. ---> Povero Henry.
Henry che occupa l'università. ---> Oliver andrà a fargli delle foto.
Oliver che organizza feste in casa. ---> E l'australiano.
Oliver che cerca di insegnare ad Henry a fare surf. ---> Povero Henry. (Oliver riderà tantissimo)
Oliver che procura una ragazza a Henry. ---> Povero Henry. (perché non so che genere di ragazza potrebbe ascoltare uno come Oliver che le dice "Ti presento un tipo che conosco, ti piacerà")
Henry sconvolto da tutto ciò. ---> Fa bene. (E poi magari alla fine è pure una brava ragazza)
Henry incapace di cucinare. ---> Almeno una cosa che Babbano!Oliver dovrebbe saper fare, in teoria. (L'Oliver normale no, e infatti ci sarà da ridere quando si trasferirà)
Oliver che prova a fare una lavatrice e crea uno schiuma party. ---> Splendido!

Aggiungiamoci

Oliver che porta Henry a fare shopping ("Se pensi di sopravvivere con solo pantaloni lunghi ti sbagli di grosso")
Oliver che gli lascia bigliettini sul frigorifero
Henry che cerca invano di studiare
Henry che sente per una volta la casa tranquilla e se ne preoccupa seriamente
Henry che trova Oliver che per una volta sta studiando e se ne stupisce seriamente
Oliver che gli prepara la colazione per ringraziarlo per avergli dato una mano a studiare
Henry che inizia quasi a cambiare idea su di lui... e poi torna a casa e si trova DI NUOVO mezza California in salotto. E l'australiano è SEMPRE lì. E lo sta ANCORA fissando con quel ghigno in faccia.

Detto questo, vado a studiare seriamente (non ce la farò).
GlowenPosted: 12/5/2014, 20:05
Solo per dire che
CITAZIONE
Questa frase racchiude una perfezione mai vista prima. E non ho capito se Riky è un riferimento al Riky di Teo (ce lo vedo) o se è un nome random. In caso sappi che ti amissimo.

in realtà era un tributo a Teylor, ma vedo che Teo è come il prezzemolo. E ora che mi hai fatto notare questo nome, l'ex coinquilino di Oliver nella mia testa è il Riky di Teo xD

Scrivere altri momenti è quello che voglio fare.
Tipo Henry che trova il computer di Oliver.
Henry che occupa l'università.
Oliver che organizza feste in casa.
Oliver che cerca di insegnare ad Henry a fare surf.
Oliver che procura una ragazza a Henry.
Henry sconvolto da tutto ciò.
Henry incapace di cucinare.
Oliver che prova a fare una lavatrice e crea uno schiuma party.
La smetto.
Anthony HolmesPosted: 12/5/2014, 19:59
Oddio, è bellissima, ODDIO! Non credo che smetterò più di ridere (e che riuscirò a tornare sui libri, sono esaltatissima!).
Adesso te la commento pezzo per pezzo, ecco.

CITAZIONE
Voglio urlare di gioia fino a non avere più voce, farmela tornare e poi urlare ancora.

Mio pensiero istantaneo: "Questo è Anthony."

CITAZIONE
YAAAAAAAAAWP

"Questo invece è Allen."

CITAZIONE
Signore dimmi cosa ho fatto di così tremendamente buono nelle mie vite precedenti, ho forse salvato un’intera congrega di vestali da uno stupro?

"Nev?"

CITAZIONE
«Non mi devi ringraziare.»
«No, guarda che non hai capito…»

Qui ho iniziato a ridere.

CITAZIONE
«Signore dimmi cosa ho fatto di così tremendamente pessimo nella mia vita precedente, ho forse stuprato un’intera congrega di vestali?»

Qui ridevo ancora più forte.
Ma ti giuro, al Ponyporn Mansion sono collassata. PONYPORN MANSION! È perfetto! È splendido! Me lo tatuerò in fronte!

CITAZIONE
Ricorda che c’erano dei cocktail alla vodka (buona la vodka!) e ricorda che il suo coinquilino, quel gran simpaticone di Riky (gli mancherà, Riky!), voleva fare un tributo alla Playboy Mansion e che lui, invece, si era fissato coi pony.

Questa frase racchiude una perfezione mai vista prima. E non ho capito se Riky è un riferimento al Riky di Teo (ce lo vedo) o se è un nome random. In caso sappi che ti amissimo.

CITAZIONE
–l’altra è stata ripulita dalla roba di Riky ed è così vuota e triste da mettergli angoscia.

Qui ho urlato "Patato!" e Oliver si è voltato a fissarmi male.

CITAZIONE
Deve essere più o meno l’unica persona in tutta la California ad indossare delle scarpe, quel giorno assolato di fine estate, nonché dei jeans. Ha due grosse valigie nere posate vicine, le cuffie di un’ipod nelle orecchie e, nelle ultime due ore, non si è mosso di mezzo millimetro.

Henry, smettila di essere così fantasticamente inquadrato. (No, non farlo, ti adoriamo entrambi)

CITAZIONE
«Solo un inglese potrebbe aspettare per tre ore sotto il cartello ritiro bagagli»

LO AMO! Geniale! Splendido!

CITAZIONE
lui non farà niente di meno e niente di più che studiare in quel posto

Bwahaha. Credici, Henry.

Il finale è bellissimo e non può che farmi desiderare un seguito! La vita da coinquilini di Henry e Oliver! Coinquilini Babbani! Con Henry che cerca di studiare e Oliver che gira per casa cantando Madonna! È tipo la vita da coinquilini quasi-canon di Andrew e Oliver, ma con meno problemi con gli elettrodomestici, più tensione sessuale e più brillantini!
Appena mi riprendo magari riesco a fare altro che urlare parole che esprimono il mio amore... Ma adesso non ne sono in grado. La adoro <3
GlowenPosted: 12/5/2014, 19:24
Questa è una sorta di fanfiction nata dal delirio su FB.
Non penso che sia adatta a Magicus, così la metto qui: dovete prenderla come il delirio che è.

AU babbano

FFCOVER_zpsde28a387



Ci sono svariate frasi che potrebbero passare per la testa di un diciottenne dopo che il proprio padre gli ha comunicato la sua intenzione di mandarlo a studiare in un college californiano di cui un proprio caro amico è appena diventato Rettore.
Dio benedica l’America.
Mio padre è il migliore padre del mondo.
Signore dimmi cosa ho fatto di così tremendamente buono nelle mie vite precedenti, ho forse salvato un’intera congrega di vestali da uno stupro?
Voglio urlare di gioia fino a non avere più voce, farmela tornare e poi urlare ancora.
Datemi un pizzicotto.
Sto sognando.
YAAAAAAAAAWP.

“Perché il mondo mi odia?” forse non è nella lista originaria, in effetti, ma è indubbiamente quella che passa per la testa di Henry Sutton in quel momento. Apre la bocca, ma non ne esce alcun suono. Suo padre fissa lui e lui fissa suo padre, incapace di articolare in una sola frase tutto il proprio disappunto per la notizia appena ricevuta.
«Scusa, come?» domanda, perplesso. Quel colosso di un metro e ottanta che è suo padre inarca un sopracciglio e fa la classica smorfia da uomo borghese compiaciuto di sé.
«Non mi devi ringraziare.»
«No, guarda che non hai capito…»
«Penserò io a tutti i dettagli, vado a fare una telefonata o due.»
Il signor Sutton, estremamnte soddisfatto, esce dal soggiorno e lascia il figlio a fissare una porta chiusa. Cadono alcuni secondi di silenzio, poi cade anche Henry, in ginocchio sul tappeto pregiato.
«Signore dimmi cosa ho fatto di così tremendamente pessimo nella mia vita precedente, ho forse stuprato un’intera congrega di vestali?»
Gli risponde il silenzio della casa.


Ponyporn Mansion, è così che Oliver Moore ha battezzato il suo appartamento da studente la scorsa estate. Non ricorda molto di quella serata, effettivamente. Ricorda che c’erano dei cocktail alla vodka (buona la vodka!) e ricorda che il suo coinquilino, quel gran simpaticone di Riky (gli mancherà, Riky!), voleva fare un tributo alla Playboy Mansion e che lui, invece, si era fissato coi pony. Non è assolutamente in grado di ricordare perché, ma dopotutto i perché non sono così importanti, no? E' passato ormai un anno dal battesimo ufficiale della casa e quel nome ancora non l’ha stufato. E’ molto evocativo. Gli ricorda i cocktail alla vodka, Riky che lancia bottiglie di champagne contro le varie pareti e la musica assordante che aveva messo Lucas nella radio. Ahhh, bei tempi, quelli. Gli mancheranno decisamente, ora che Riky è andato a studiare in Kansas, vicino alla famiglia, e Ponyporn è un pochino più vuota. Vi è appena tornato anche lui, dopo un’estate intera dalla sua famiglia, ed è fermo nell’ingresso a contemplare la vetrata del salotto, un quadro sul mare. Sospira, emotivamente coinvolto dai ricordi. Embè, non è il caso di essere tristi, no? Finisce un’era, se ne apre un’altra!
Oliver raccoglie il proprio trolley color arcobaleno e si avvia verso una delle due stanzette sul lato destro del salotto, quella tappezzata di poster e quadri –l’altra è stata ripulita dalla roba di Riky ed è così vuota e triste da mettergli angoscia. Ma non rimarrà vuota e triste a lungo: il nuovo coinquilino arriva oggi stesso, si sono sentiti via telefono e Oliver gli ha detto di aspettarlo all’aeroporto sotto il cartello ‘ritiro bagagli’, senza muoversi.
«Dovrei atterrare alle quattro.» aveva detto il nuovo coinquilino, con un accento inglese così pulito da fare paura. Oliver aveva disteso un sorriso contro lo schermo del proprio cellulare.
«Sì, sì, ho capito, non sono ritardato. Ci vediamo domani.»
Sistema i vestiti nell’armadio, incolla i poster che si sono staccati e ne mette uno nuovo sul soffitto, pone il proprio portatile sulla scrivania e si sdraia sul letto, respirando aria di casa. Consulta l’orologio: le tre e mezza; beh, ha tutto il tempo di farsi un bel bagno in mare, dunque.


C’è un ragazzo biondo dall’aria pulita, sotto il cartello ‘ritiro bagagli’ dell’aeroporto internazionale. Deve essere più o meno l’unica persona in tutta la California ad indossare delle scarpe, quel giorno assolato di fine estate, nonché dei jeans. Ha due grosse valigie nere posate vicine, le cuffie di un’ipod nelle orecchie e, nelle ultime due ore, non si è mosso di mezzo millimetro. Sono passate da poco le sei e mezza quando in cima alla scalinata alla sua destra compare una persona –non è così automatico definirlo “ragazzo”.
«Ehi! Ciao, Henry!» esclama, iniziando a scendere i gradini due a due. Henry si toglie dalle orecchie le cuffie e, pianissimo, volta il viso nella direzione di questo strano figuro che gli si avvicina. Sfoggiando una canottiera a pois colorati. E un ciuffo di capelli decisamente blu e decisamente pieni di brillantini. Le sopracciglia di Henry si aggrottano, del tutto indifferenti al sorriso solare del tizio che, ora, gli sta tendendo la mano. Henry non ci pensa nemmeno a stringerla, e continua a guardarlo con sospetto –quel tizio indossa delle ciabatte con un grosso fiore arcobaleno e una parte di Henry è profondamente e personalmente offesa dalla cosa.
«Ci conosciamo?» domanda, rigido.
«Ci conosceremo» dice il ragazzo dai capelli blu, e non è ben chiaro se sia una promessa o una minaccia «Sono Oliver. E tu non puoi che essere Henry Sutton!»
Nessuna frase potrebbe esprimere i sentimenti di Henry al momento, eccetto forse un urlo a squarciagola, così si concentra con tutto sé stesso per appigliarsi all’ultimo baluardo di normalità.
«Come sai che sono io?»
Il sorriso che si allarga sulle labbra sottili di Oliver Moore ha un che di felino.
«Solo un inglese potrebbe aspettare per tre ore sotto il cartello ritiro bagagli» gli dà una pacca sulla spalla, poi prende uno dei valigioni neri e si avvia su per la scalinata, fischiettando un motivetto. Henry pensa seriamente di scappare, poi pensa che se il suo compito è studiare in quel posto, lui non farà niente di meno e niente di più che studiare in quel posto –Henry SA qual è il suo posto nel mondo, e intende rispettarlo. E’ una cosa che molti non capiscono, ma è sempre stata la sua ideologia di vita; dopotutto, non è una persona cattiva, è solo particolarmente incapace di divertirsi. Afferra l’altra valigia e segue quel tizio strano su per le scale, raggiungendolo dopo una breve corsa.
«Tu-…»
«Hai delle flip flop, Harry?»
Di nuovo, le sopracciglia bionde dell’inglese si aggrottano.
«Henry.» specifica «No.» lo dice come se la sola idea di avere in suo possesso qualcosa con un simile nome ridicolo lo mandasse fuori di testa –è più o meno così.
Siccome ormai sono davanti alle porte dell’aeroporto, Oliver si ferma a contemplare la strada assolata che scorre lì davanti e fa un sospiro teatrale.
«Ehhhh, caro mio. Sei una tela bianca.»
«Scusa, come?» Henry, basito, resta fermo un secondo di troppo: Oliver attraversa la strada e lui è invece bloccato lì sul marciapiede dal pullman che sopraggiunge a tutta velocità. Meglio così, almeno non sente la frase che sta pronunciando Oliver mentre attraversa come se il mondo fosse un palcoscenico, e lui la diva della serata.
«Per tua fortuna io dipingo un gran bene!»


to be continued